Pulce: La vita di Lionel Messi by Balague Guillem

Pulce: La vita di Lionel Messi by Balague Guillem

autore:Balague, Guillem [Balague, Guillem]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858511930
editore: Edizioni Piemme
pubblicato: 2014-06-05T22:00:00+00:00


Leo dedicò la rete a Maradona, appena ricoverato in una clinica psichiatrica.

Da quel giorno, i difensori lo marcarono più stretto. Non gli avrebbero mai più lasciato lo spazio per un’impresa simile.

Rijkaard glielo disse chiaro, qualche tempo dopo. Secondo l’olandese, fu il consiglio migliore che gli impartì: «Finalizza le azioni: tira o passa, ma non insistere a dribblare». Voleva disabituarlo alla ricerca costante dell’incursione in slalom, all’ostinazione per il dribbling con cui sfidava a duello ogni avversario gli capitasse davanti.

Quel goal è passato alla storia come l’esemplificazione perfetta del suo genio calcistico, simile a molti di quelli segnati nelle giovanili, ma nella sua carriera di professionista si sarebbe rivelato l’eccezione alla regola.

Anche Pep Guardiola lo considerava il risultato di una serie di errori in attacco (troppa spinta in avanti, mancanza di collaborazione con i compagni, partenza troppo profonda, posizionamento di squadra scadente) che, da molti punti di vista, metteva in luce i problemi della squadra di Rijkaard.

Quella sera, Leo cenò con suo padre e Pablo Zabaleta. E ripeté parecchie volte: «Io continuavo a cercare Eto’o, per passargli il pallone».

Rijkaard pensava che dopo quell’incontro il Barça sarebbe arrivato in finale, e lasciò Messi fuori dalla formazione per la partita di ritorno. Invece persero 4-0 contro il Getafe, con un punteggio totale di 5-6 e l’eliminazione più umiliante nella storia recente del club.

Si poteva ancora vincere il campionato della Liga. Il titolo era a portata di mano, bastavano un paio di vittorie nette e i blaugrana avrebbero confermato che, a dispetto dei problemi di disciplina, puntavano comunque a fare la storia. Quello, però, fu l’anno del Tamudazo, il goal del pareggio segnato da Raúl Tamudo, punta dell’Espanyol, al Camp Nou sul finale di partita, e di quello segnato dal Betis all’ultimo secondo, entrambi chiare conseguenze di una scarsa concentrazione. Quegli errori consegnarono il campionato al Real Madrid, a pari punti con i culés ma con più goal effettuati.

«Assistetti al match contro l’Espanyol dagli spalti» racconta Henk ten Cate. «Il professionismo ha impartito a Messi molte lezioni, e una di queste fu quella sconfitta in campionato. Perse il pallone, e non tornò indietro per cercare di recuperarlo. È un errore che non commette più.»

In quel derby, Leo segnò entrambe le reti del pareggio 2-2, compreso il goal di mano dell’1-1. Saltò per tirare di testa, e anticipò il portiere aiutandosi con la mano sinistra. Il giudizio morale su quella rete è diverso a seconda dell’emisfero in cui vivete. Nel bene e nel male, l’astuzia è considerata un elemento integrante del gene latino, e resta incomprensibile per la mentalità anglosassone.

Da uomo che conosce bene entrambi i mondi, Eiður Guðjohnsen cerca di valutare l’episodio dalla prospettiva di un calciatore: «Io ho giocato con parecchi sudamericani e sembra sia parte della loro cultura: sono disposti a tutto pur di infilare il pallone tra i pali. Certo, ci vuole una bella faccia tosta per festeggiare un goal simile, ma stavamo perdendo 1-0 e ci serviva la vittoria, così abbiamo esultato comunque».

A parte la Supercoppa spagnola, vinta all’inizio della stagione, quell’estate i blaugrana se ne andarono in vacanza senza titoli importanti.



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